
Il 7 agosto 2018 scrissi un’analisi dal titolo “ILVA, la Caporetto dei lavoratori”.
Era una previsione. Ed era basata sui numeri. Numeri eloquenti che potete leggere qui sotto.
Nell’analisi che facevo il 7 agosto 2018 facevo questa previsione:
“Se si portassero i lavoratori da 11.000 a 5.940 (ossia -46%) l’ILVA di Taranto andrebbe in pareggio”, scrivevo.
Riporto qui sotto l’articolo per intero.
I conti oggi tornano e confermano le previsioni che avevo fatto nell’agosto del 2018.
Però negli ultimi mesi la situazione del mercato dell’acciaio è risultata ancora peggiore di quella dell’agosto 2018.
Che cosa pensare allora?
1) E’ impossibile rendere competitiva una fabbrica viziata da gigantismo. Il punto di pareggio costi/ricavi a Taranto è a 7 milioni di tonnellate/anno mentre nel 2018 ne ha prodotti 4,7.
2) ArcelorMittal richiede una “cura da cavallo” che non risolleverà lo stabilimento ma che lo farà definitivamente stramazzare morto per terra.
E allora la domanda è: possibile che questa cosa chi governa non l’abbia capita?
L’impressione è che nessuno la voglia capire per mera convenienza politica. Occorrerebbe prendere atto che l’ILVA sta affondando e che l’unico modo per salvare i lavoratori e preparare le scialuppe di salvataggio, non rimanere sulla nave che si inabisserà.
Alessandro Marescotti
“ILVA, la Caporetto dei lavoratori” (7/8/2018)
Cosa fu Caporetto?
Fu la disfatta dell’esercito italiano centoeuno anni fa, dopo una guerra logorante e mal condotta. Quella che fu la Caporetto dei soldati italiani rischia di riproporsi oggi per gli operai ILVA. La trattativa presto diventerà conflitto insanabile.
Perché diventerà un conflitto insanabile?
Semplice: perché Arcelor Mittal non accetta trattative sul piano occupazionale.
E perché Arcelor Mittal non accetta di trattare?
Per via dei numeri, e delle equazioni contabili di Arcelor Mittal in cui i lavoratori sono una variabile dipendente.
Ho fatto un po’ di conti e li sottopongo alla vostra attenzione. E anche a quella dei sindacati.
I numeri parlano chiaro. Il dati di bilancio dell’ILVA, tenuti in questi ultimi anni segreti, sono ora stati resi pubblici dai commissari ed ecco cosa emerge per il 2017:
- costo del lavoro 580 milioni di euro;
- perdite complessive di 269 milioni di euro.
Perché sono importanti questi due dati? Perché le perdite dell’ILVA ammontano al 46% del costo del lavoro. Se si portassero i lavoratori da 11.000 a 5.940 (ossia -46%) l’ILVA di Taranto andrebbe in pareggio. Tenendo conto che lo stabilimento di Arcelor Mittal a Gent è di 5.800 dipendenti (meno dell’ILVA di Taranto) è chiarissimo qual è il piano della multinazionale che ha vinto la gara. Il piano è quello di dare una grande sforbiciata occupazionale.
Ogni trattativa sindacale per ammorbidire Arcelor Mittal fallirà.
A questo punto la domanda è: come evitare questa prevedibile Caporetto sindacale?
Alessandro Marescotti
Fonte: www.peacelink.it – https://www.peacelink.it/editoriale/a/47104.html