La Nature Restoration Law è un passaggio cruciale per il nostro futuro

Il ripri­sti­no degli ambien­ti natu­ra­li è una pie­tra ango­la­re nel­la lot­ta ai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci: la natu­ra inte­gra, indi­stur­ba­ta dall’intervento antro­pi­co, ha una capa­ci­tà di rias­sor­bi­men­to del­la CO2 e di rie­qui­li­brio sen­za para­go­ni tecnologici.

In Euro­pa oltre l’80% degli ambien­ti è sta­to degra­da­to dal­le atti­vi­tà uma­ne. I dati sul­la per­di­ta dram­ma­ti­ca di bio­di­ver­si­tà mon­dia­le con­fer­ma­no che dal 1970 ad oggi è sta­to per­so glo­bal­men­te il 68% del­le popo­la­zio­ni di inset­ti, ret­ti­li, mam­mi­fe­ri, pesci e uccel­li: occor­re un net­to e rapi­do cam­bio di rot­ta (dati WWF Living Pla­net Report 2020). 

Per rea­liz­zar­lo, non è suf­fi­cien­te esten­de­re la pro­te­zio­ne dell’ambiente a por­zio­ni mag­gio­ri di ter­ri­to­rio, occor­re fare di più. La Natu­re Resto­ra­tion Law appro­va­ta il 12 luglio dal Par­la­men­to Euro­peo è un pas­so epo­ca­le, poi­ché per la pri­ma vol­ta la pro­te­zio­ne del­la natu­ra si esten­de con con­vi­zio­ne al di fuo­ri del­le aree pro­tet­te: la tute­la del­la bio­di­ver­si­tà dovrà non solo con­vi­ve­re fian­co a fian­co ma inte­grar­si con le atti­vi­tà uma­ne, in cit­tà come in agricoltura.

Le misu­re a cui i media han­no dato mag­gio­re rilie­vo sem­bra­no infa­sti­di­re chi in agri­col­tu­ra non ha mai scom­mes­so sull’innovazione soste­ni­bi­le: il ripri­sti­no natu­ra­le del 10% dei ter­re­ni agri­co­li e la limi­ta­zio­ne dell’uso di pesti­ci­di sono viste dal­le destre euro­pee come misu­re che limi­ta­no la pro­dut­ti­vi­tà. Tut­ta­via, solo ter­re­ni sani e vita­li pos­so­no con­ti­nua­re a pro­dur­re cibo per le per­so­ne nel tem­po: la bio­di­ver­si­tà, oggi lar­ga­men­te ste­ri­liz­za­ta dal­la chi­mi­ca, è inve­ce ful­cro di fertilità.

Altre misu­re riguar­da­no l’estensione entro il 2030 del­la tute­la ambien­ta­le al 20% degli ambien­ti ter­re­stri e mari­ni (va det­to che la pro­po­sta ini­zia­le pun­ta­va al 30%. Attual­men­te gli ambien­ti ter­re­stri pro­tet­ti sono nell’UE il 26% del tota­le, ma con enor­mi dif­fe­ren­ze fra Sta­ti mem­bri) e il recu­pe­ro di tut­ti gli eco­si­ste­mi che neces­si­ta­no di ripri­sti­no entro il 2050. Gli alvei dei cor­si d’acqua, ad oggi con­si­de­ra­ti alla stre­gua di ter­re­ni da edi­fi­ca­re, ver­ran­no rina­tu­ra­liz­za­ti abbat­ten­do le bar­rie­re arti­fi­cia­li e resti­tuen­do loro la fun­zio­ne di rego­la­to­ri natu­ra­li del­le pie­ne, così da con­tri­bui­re a ridur­re i rischi di allu­vio­ne e con­tem­po­ra­nea­men­te costi­tui­re pre­zio­se zone di ripo­po­la­men­to e cor­ri­do­io eco­lo­gi­co per soste­ne­re la resi­lien­za del­le spe­cie animali.

Il pas­sag­gio par­la­men­ta­re del 12 luglio, che ha appro­va­to il prov­ve­di­men­to con 336 si, 300 no e 13 asten­sio­ni, è solo uno dei nume­ro­si step che por­te­ran­no nel 2024 al testo defi­ni­ti­vo e rap­pre­sen­ta la posi­zio­ne uffi­cia­le che il Par­la­men­to espri­me­rà all’interno dei nego­zia­ti fra i tre sog­get­ti com­pe­ten­ti: oltre al Par­la­men­to, la Com­mis­sio­ne e il Con­si­glio Euro­peo. La buo­na noti­zia è che il testo non sarà una diret­ti­va, ma un rego­la­men­to: la sua ado­zio­ne non per­met­te inter­pre­ta­zio­ni e impo­ne vin­co­li strin­gen­ti agli sta­ti membri.

La Natu­re Resto­ra­tion Law è un com­po­nen­te car­di­ne del pac­chet­to Euro­pean Green Deal, ed è in linea con l’obbiettivo 15 del­la agen­da ONU 2030. 1 milio­ne di cit­ta­di­ni euro­pei ha par­te­ci­pa­to atti­va­men­te alla cam­pa­gna per soste­ner­la e addi­rit­tu­ra 90 gros­se azien­de e han­no indi­riz­za­to all’UE una let­te­ra in cui si chie­de­va una leg­ge sul ripri­sti­no del­la natu­ra “ambi­zio­sa e vin­co­lan­te”: la spe­ran­za di ritor­no repu­ta­zio­na­le faci­le non sfug­ge e tut­ta­via dimo­stra quan­to il tema sia ormai uni­ver­sal­men­te radi­ca­to nel­la sen­si­bi­li­tà comune.

Il Par­la­men­to Euro­peo ha resti­tui­to un qua­dro poli­ti­co estre­ma­men­te chia­ro, che ricor­de­re­mo quan­do ci diran­no che la natu­ra non è né di destra né di sini­stra. La natu­ra non può esse­re di una par­te poli­ti­ca poi­ché è la casa di tut­ti, ma il voto in Par­la­men­to ci ha mostra­to chia­ra­men­te chi, fra i sapiens, guar­da al futu­ro del­le pros­si­me gene­ra­zio­ni difen­den­do la nostra casa, e chi inve­ce si pre­oc­cu­pa di man­te­ne­re uno sta­tus quo fat­to di cemen­ti­fi­ca­zio­ne sel­vag­gia, eco­no­mia pre­da­to­ria, pesca e agri­col­tu­ra inten­si­ve ed aggres­si­ve, con­dan­nan­do uomi­ni ed ani­ma­li ad un avve­ni­re mol­to fosco.

Anche se il per­cor­so per diven­ta­re leg­ge effet­ti­va non è anco­ra ter­mi­na­to, pos­sia­mo dire con un sor­ri­so che oggi è un bel gior­no per la natu­ra… anzi, per l’umanità, che ne fa parte.

Fonte: Possibile.com – https://www.possibile.com/nature-restoration-law-passaggio-cruciale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=nature-restoration-law-passaggio-cruciale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *